ciao raga come da titolo attenzione a cio che si scrive e di cosa si scrive il canguro è sempre all erta (leggete di seguito)
Comando Provinciale Lecce - 1 dicembre 2011 - ore 11:22
Nella serata del 23 novembre, nell'ambito di un'approfondita attività investigativa, la Compagnia di Gallipoli ha eseguito numerose perquisizioni domiciliari su delega della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lecce.
La suddetta attività di servizio ha consentito di individuare una vera e propria centrale di decodifica di codici di accesso criptati che permetteva la visione "in chiaro", nella stessa città di Gallipoli, di tutti i programmi dei vari pacchetti della pay per view "SKY Italia", attraverso il sistema del c.d. "card sharing".
Il "card sharing", che si traduce letteralmente in "condivisione di carte", è un sistema tramite il quale è possibile condividere attraverso Internet una o più smart card della tv satellitare tra più utenti connessi.
La pratica è divenuta abbastanza diffusa nell'ambito della cosiddetta pirateria satellitare, in quanto il card sharing è di fatto un modo illecito per condividere un unico abbonamento regolarmente sottoscritto con una o più emittenti satellitari, collegando in rete più decoder appositamente modificati, sprovvisti di regolare contratto.
Il card sharing si basa sull'esistenza di un server (c.d. card server), collegato ad Internet, regolarmente in possesso di un contratto di abbonamento, a cui sono connesse una o più smart card delle tv satellitari, alla quale sono collegati numerosi decoder modificati, detti in gergo "client".
All'interno del server, la smart card è presente fisicamente nell'apparato computerizzato del "pirata" satellitare", mentre tutti i decoder client della rete permettono la visione abusiva della pay per view grazie alla decriptazione dei codici di accesso che vengono continuamente inviati dal server stesso, emulando la presenza al loro interno di una smart card vera e propria.
Il card sharing è illegale sia perché evita il pagamento del dovuto canone all'emittente televisiva satellitare da parte di chi si collega con il decoder "client" al server illegale (violazione della legge sui diritti d'autore), costituendo una vera e propria truffa informatica, sia perché viola le norme del codice penale volte ad impedire l'accesso abusivo nei sistemi informatici e telematici.
L'attività di indagine della Compagnia di Gallipoli prende le mosse da uno studio approfondito del suddetto sistema di frode informatica di nuova generazione, il quale ha consentito di accertare che, nella stessa città jonica, a fronte di un radicato e diffuso utilizzo della piattaforma satellitare, corrispondeva un numero esiguo di abbonamenti sottoscritti dagli utenti della pay per view.
Sula base di tale dato sintomatico, veniva posta in essere un'attività info-investigativa che consentiva di accertare l'esistenza di un server "pirata", gestito da un 35enne del posto, il quale aveva impiantato una vera e propria centrale di decodifica, attraverso cui forniva la visione di tutti i programmi satellitari.
Inoltre, il responsabile si occupava della fornitura, modifica, montaggio ed installazione a domicilio del decoder necessario alla connessione al servizio.
A seguito delle perquisizioni domiciliari, sono stati sottoposti a sequestro computer, schede telematiche, modem, decoder, cavi di connessione ad Internet e strumentazione complementare in dotazione sia al "pirata" satellitare che ai soggetti che fruivano illecitamente del servizio di "card sharing".
All'atto dell'accesso dei militari presso l'abitazione dell'hacker, era in piena attività il servizio di "card sharing", assicurato attraverso due smart card inserite in parallelo nelle apposite slot, in modo tale che, in caso di surriscaldamento del chip dell'una, sarebbe stato possibile attivare immediatamente l'altra, così assicurando continuità e sicurezza al sistema.
Le smart card erano connesse a due computer, ad un router collegato alla linea ADSL, che consentiva la connessione ad Internet senza soluzione di continuità, e ad un decoder adeguatamente modificato. Inoltre, facevano parte del sistema: un gruppo di continuità, un hard disk esterno, 30 CD/DVD contenenti programmi di decriptazione, due computer portatili, oltre a diverse smart card "programmabili".
All'esito dell'attività di polizia giudiziaria, sono stati denunciati alla Procura della Repubblica 5 soggetti, ritenuti responsabili dei reati di detenzione e diffusione abusiva di codici di accesso a sistemi informatici e telematici nonché di installazione ed utilizzo di apparati atti alla decodificazione di trasmissioni audiovisive satellitari ad accesso condizionato in forma digitale. Guarda il video _http://multimedia.gdf.gov.it/video/Attivita%20operativa/2011/1-dicembre-2011
le solite raccomandazioni per argomenti importanti e delicati usare gli mp
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Comando Provinciale Lecce - 1 dicembre 2011 - ore 11:22
Nella serata del 23 novembre, nell'ambito di un'approfondita attività investigativa, la Compagnia di Gallipoli ha eseguito numerose perquisizioni domiciliari su delega della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lecce.
La suddetta attività di servizio ha consentito di individuare una vera e propria centrale di decodifica di codici di accesso criptati che permetteva la visione "in chiaro", nella stessa città di Gallipoli, di tutti i programmi dei vari pacchetti della pay per view "SKY Italia", attraverso il sistema del c.d. "card sharing".
Il "card sharing", che si traduce letteralmente in "condivisione di carte", è un sistema tramite il quale è possibile condividere attraverso Internet una o più smart card della tv satellitare tra più utenti connessi.
La pratica è divenuta abbastanza diffusa nell'ambito della cosiddetta pirateria satellitare, in quanto il card sharing è di fatto un modo illecito per condividere un unico abbonamento regolarmente sottoscritto con una o più emittenti satellitari, collegando in rete più decoder appositamente modificati, sprovvisti di regolare contratto.
Il card sharing si basa sull'esistenza di un server (c.d. card server), collegato ad Internet, regolarmente in possesso di un contratto di abbonamento, a cui sono connesse una o più smart card delle tv satellitari, alla quale sono collegati numerosi decoder modificati, detti in gergo "client".
All'interno del server, la smart card è presente fisicamente nell'apparato computerizzato del "pirata" satellitare", mentre tutti i decoder client della rete permettono la visione abusiva della pay per view grazie alla decriptazione dei codici di accesso che vengono continuamente inviati dal server stesso, emulando la presenza al loro interno di una smart card vera e propria.
Il card sharing è illegale sia perché evita il pagamento del dovuto canone all'emittente televisiva satellitare da parte di chi si collega con il decoder "client" al server illegale (violazione della legge sui diritti d'autore), costituendo una vera e propria truffa informatica, sia perché viola le norme del codice penale volte ad impedire l'accesso abusivo nei sistemi informatici e telematici.
L'attività di indagine della Compagnia di Gallipoli prende le mosse da uno studio approfondito del suddetto sistema di frode informatica di nuova generazione, il quale ha consentito di accertare che, nella stessa città jonica, a fronte di un radicato e diffuso utilizzo della piattaforma satellitare, corrispondeva un numero esiguo di abbonamenti sottoscritti dagli utenti della pay per view.
Sula base di tale dato sintomatico, veniva posta in essere un'attività info-investigativa che consentiva di accertare l'esistenza di un server "pirata", gestito da un 35enne del posto, il quale aveva impiantato una vera e propria centrale di decodifica, attraverso cui forniva la visione di tutti i programmi satellitari.
Inoltre, il responsabile si occupava della fornitura, modifica, montaggio ed installazione a domicilio del decoder necessario alla connessione al servizio.
A seguito delle perquisizioni domiciliari, sono stati sottoposti a sequestro computer, schede telematiche, modem, decoder, cavi di connessione ad Internet e strumentazione complementare in dotazione sia al "pirata" satellitare che ai soggetti che fruivano illecitamente del servizio di "card sharing".
All'atto dell'accesso dei militari presso l'abitazione dell'hacker, era in piena attività il servizio di "card sharing", assicurato attraverso due smart card inserite in parallelo nelle apposite slot, in modo tale che, in caso di surriscaldamento del chip dell'una, sarebbe stato possibile attivare immediatamente l'altra, così assicurando continuità e sicurezza al sistema.
Le smart card erano connesse a due computer, ad un router collegato alla linea ADSL, che consentiva la connessione ad Internet senza soluzione di continuità, e ad un decoder adeguatamente modificato. Inoltre, facevano parte del sistema: un gruppo di continuità, un hard disk esterno, 30 CD/DVD contenenti programmi di decriptazione, due computer portatili, oltre a diverse smart card "programmabili".
All'esito dell'attività di polizia giudiziaria, sono stati denunciati alla Procura della Repubblica 5 soggetti, ritenuti responsabili dei reati di detenzione e diffusione abusiva di codici di accesso a sistemi informatici e telematici nonché di installazione ed utilizzo di apparati atti alla decodificazione di trasmissioni audiovisive satellitari ad accesso condizionato in forma digitale. Guarda il video _http://multimedia.gdf.gov.it/video/Attivita%20operativa/2011/1-dicembre-2011
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